Over the top

Eccomi di nuovo,

Oggi ho deciso di raccontare la mia esperienza sull’arrampicata.
Proprio ieri sono andata a fare una prova, su invito di un’amica, ed è stato amore a prima vista.

Tralasciando il fatto che ho ancora tutti i muscoli indolenziti, i piedi doloranti (colpa delle famigerate scarpette da climbing, ma perché il mio povero piede deve stare così  stretto?), un equilibrio quasi inesistente e che sono stata derisa da un bugiardo poster, il quale sottolineava a caratteri cubitali quanto fosse “un gioco da bambini” arrampicarsi;
Ho trovato il corso davvero divertente ma soprattutto mi ha esortato a guardare il mondo da un altro punto di vista.

La vita, se vogliamo, possiamo pensarla come un enorme palestra di arrampicata: pareti più alte, più basse, più inclinate e meno inclinate; sassi stabili, con una presa migliore e sassi sdrucciolevoli con una presa precaria, dove conta solo la forza e la volontà che hai per rimanerci aggrappato.

Insomma, prima di tutto abbiamo fatto del buon riscaldamento, sciogliere le articolazioni, serie di addominali e via dicendo; un po’ come i primi anni della nostra vita dove è tutto in via teorica e ti prepari come meglio puoi per la vera sfida.

La parete.

A questo punto, ci portano di fronte una parete piena di “sassolini” di tutte le dimensioni e forme, indossiamo le scarpette super scomode e ci dicono di provare ad arrampicarci. Ci viene data un’infarinatura teorica di come si deve scalare e a quel punto inizia il bello: bisogna salire!

Qui sei finalmente cresciuto; tutti i discorsi, le regole e i principi che hai acquisito fino ad ora a livello di teoria, li devi mettere in pratica: niente più mamma e papà che ti salvano dai guai, non più solo ginocchia sbucciate o bernoccoli, adesso è tutta un’altra storia! Non c’è un vero percorso da seguire, sei tu a dover valutare quale appiglio sia migliore, più stabile e ben posizionato per continuare la scalata.

Tornando a noi, scalare, a che ne dica l’ingannevole poster, non è proprio un gioco da ragazzi; innanzi tutto la cosa più semplice che ti viene da fare è dare pieno affidamento alle braccia, sbagliato! La prima cosa che ti dicono è che sono le gambe a sostenere il tutto e che danno la spinta per salire e il giusto equilibrio per non scivolare giù.

Allora, nella vita, a cosa fare affidamento?  Su cosa puntare davvero?

Siamo bombardati da opinioni, modi di fare stereotipati, quello che è giusto e quello che è sbagliato , dunque ci chiediamo su cosa fare affidamento, se su quello ritenuto più semplice o quello che comporta fatica impegno e dedizione.

Dovremmo affidarci alla logica o alle sensazioni?

È difficile dare spazio a qualcosa di cui non siamo realmente sicuri, è più facile, certe volte, sentire proprie le scelte, le esperienze il sentire di altri piuttosto che abbandonarsi alle proprie perché ignote, non ancora battute.

Ma il bello è quando scopri che da solo puoi farcela, e che non solo le braccia servono a tenerti su ma anche le gambe! Ed è meraviglioso quando riesci a bilanciare l’azione delle due e scoprire che una non esclude l’altra, insieme sono molto più stabili e potenti.

Dopo le scalate in salita e in discesa, è arrivato il momento di aggiungere un pizzico di pepe alla nostra prova di climbing:

Il percorso.

Dovevamo seguire degli adesivi colorati con su scritto dei numeri e portare le mani sui vari appigli partendo dal numero 1 fino al 14, aiutandoci con i piedi per mantenere l’equilibrio e poi salire su, riscendere giù e di nuovo salire per poi tornare giù.
È stato davvero difficile e alla fine né io né la mia amica siamo riuscite a concludere il percorso, siamo cadute dalla parete svariate volte ma continuavamo a tentare e ritentare cariche di adrenalina e tenacia.

Ed è così anche nella vita di tutti i giorni, quante volte intraprendi un percorso e quante volte trovi una pietra scivolosa o metti un piede in fallo o non dosi bene braccia e gambe e alla fine cadi giù? Tante. Davvero tante.

Ma l’importante è non mollare, tirar fuori quella tigna, quel fuoco che senti scorrere nel corpo, e che ieri sono tornata a sentire,  e ricominciare: puntare meglio i piedi, distendere le braccia, non aver paura di cadere, ragionare su quale supporto sia più stabile, dosare il carico; semplicemente non arrendersi.

Ti ritroverai ad un passo dalla vetta e a rotolare giù, sarai stanco e i muscoli tremeranno, avrai paura di non farcela e di dover ricominciare da capo.
Capiterà, cavolo se capiterà, ma se ad ogni caduta saprai rialzarti con più ardore di prima, quando finalmente arriverai in cima ti renderai conto che è proprio così che doveva andare; era necessario ogni ruzzolone, ogni tremolio delle mani, che quel sasso lo dovevi incontrare perché altrimenti non avresti mai potuto capire come aggirarlo e che alla fine, è stata proprio la somma di tutte le volte che sei caduto e poi rialzato a rendere la vittoria più dolce.

Ieri non ho concluso il percorso, ma domani andrà sicuramente meglio.

Per finire, vi lascio con una parte di un dialogo, presa da Rocky, che a me piace tantissimo e che cerco ogni giorno di fare mia perché è con questo atteggiamento che vorrei affrontare ogni singolo momento della mia vita e visto che ho da sempre anche la passione per la boxe direi che è proprio azzeccata.
Perché in fin dei conti, Nella vita, come nello sport, l’importante è andare avanti e non mollare, nemmeno quando sembra davvero dura.

Nessuno può colpire duro come fa la vita, perciò andando avanti non è importante come colpisci, l’importante è come sai resistere ai colpi, come incassi e se finisci al tappeto hai la forza di rialzarti… così sei un vincente!
E se credi di essere forte, lo devi dimostrare che sei forte! 

 

Buona scalata,

Mix

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